La Confederazione e il Parlamento continuano a puntare sull'ampliamento delle autostrade, invece di avviare l'urgente svolta nella politica dei trasporti. Il 24 novembre bisogna votare NO a questa frenesia di costruzioni stradali.

Chi semina strade raccoglie traffico. I promotori dell'Iniziativa delle Alpi se ne sono resi conto già oltre 30 anni fa. Grazie al Sì popolare alla protezione delle Alpi nel 1994, è stato sancito nella nostra Costituzione che la capacità delle strade di transito nella regione alpina non può essere aumentata. Questo principio è stato confermato anche scientificamente. Tutti gli studi e le comprove dimostrano che l'ampliamento delle autostrade provoca «traffico indotto», ossia si generano viaggi in auto che non ci sarebbero altrimenti o che non sarebbero stati effettuati in auto senza l'ampliamento della capacità. Una rete autostradale ampliata riduce dapprima i tempi di viaggio e l'impegno necessario a compierlo, ciò che fa crescere la domanda. Se un'autostrada diventa più attrattiva, molti cambiano mezzo di trasporto scegliendo l'auto invece dei trasporti pubblici o compiono un lungo tragitto per visitare un ristorante lontano, invece di uno nelle vicinanze. Nell'arco di un decennio, un aumento della capacità del 10 % porta a un aumento del traffico dal 6 al 10 % . Gli ingorghi tornano più un fretta che i cantieri che hanno intasato le città e i comuni toccati.

«  Il No all'ampliamento autostradale è un Sì a una svolta nella politica dei trasporti. Applichiamo in tutta la Svizzera la ricetta di successo delle Alpi!  »

Django Betschart, Direttore dell'Iniziativa delle Alpi

La furia stradale della Confederazione e del Parlamento

In barba a tutti i risultati scientifici, il Consiglio federale e il Parlamento da decenni sono concentrati ciecamente sull'espansione della capacità stradale. Quando ci sono ingorghi, si costruiscono nuove strade. L'Ufficio federale delle strade USTRA è all'avanguardia in questa prospettiva e attualmente sta portando avanti anche l'ampliamento sulle direttrici di transito nord-sud. Sul percorso che porta al Gottardo, l'USTRA sta realizzando un'ulteriore nuova strada dell'Axen con due gallerie nella montagna tra Brunnen SZ e Flüelen UR. La costruzione di questo enorme progetto è iniziata nel 2023. L'Iniziativa delle Alpi e le organizzazioni ambientaliste alleate si erano opposte senza successo in tribunale contro l'ampliamento della capacità. Il divieto di potenziamento previsto dall'articolo sulla protezione delle Alpi non ha fatto presa perché il Parlamento aveva definito la regione alpina in modo molto restrittivo nell'attuazione della legge – nel caso del Gottardo tra Amsteg e Bellinzona Nord. Nel Ticino meridionale, l'USTRA si sta concentrando sull'aumento delle capacità tra Lugano e Mendrisio con il progetto PoLuMe, che prevede la trasformazione della corsia di emergenza in una terza corsia di scorrimento. La sfrenata espansione stradale culmina ora in un pacchetto di ampliamento delle autostrade esagerato, obsoleto e troppo costoso. Il Consiglio federale e il Parlamento hanno deciso sei progetti per un costo di 5,3 miliardi di franchi nel 2023. Quattro progetti prevedono l'ampliamento dell'autostrada A1 da Ginevra, nella Svizzera sud-occidentale, a San Gallo, nella Svizzera nord-orientale, con una prima autostrada a 8 corsie nella zona di Berna. Due progetti porteranno a un ulteriore aumento della capacità sulle principali vie di transito nord-sud: l'ampliamento del tunnel del Reno a Basilea sulla A2 e l'ampliamento a Sciaffusa sulla A4, che comprende il primo tratto autostradale a due piani della Svizzera. Entrambi sono vie di accesso al Gottardo. Non appena i parlamentari svizzeri hanno approvato l'ampliamento delle autostrade, il progetto successivo è già in cantiere: l'ampliamento a sei corsie della A1 attraverso la Svizzera, anch'esso già approvato dal Consiglio nazionale e dal Consiglio degli Stati, a dimostrazione che l'ampliamento delle autostrade è un pozzo senza fondo.Come l'acqua dei fiumi, il Governo e il Parlamento cercano la via della minor resistenza e si stanno concentrando sull'espansione invece che sulla necessaria riduzione del traffico. Alla guida dell'eccesso autostradale c'è il Consigliere federale Albert Rösti, che fino alla sua elezione in Consiglio federale era presidente di auto-schweiz, l'Associazione svizzera degli importatori di automobili. Tuttavia, la resistenza sta crescendo: un'alleanza di oltre 40 organizzazioni, associazioni e partiti si oppone al pacchetto di ampliamento concordato nel 2023 e rifiuta fermamente l'eccessivo ampliamento delle autostrade. Anche l'Iniziativa delle Alpi ha raccolto le firme per il referendum e chiede un chiaro NO alle urne il 24 novembre 2024.

È necessaria una svolta nei trasporti

La nostra resistenza è importante. La capacità aggiuntiva porterà solo più traffico. I costi sono a carico dei cittadini, che devono farsi carico anche di miliardi di danni alla salute e all'ambiente causati dal traffico. Ogni chilometro in più percorso aumenta l'inquinamento atmosferico e acustico, riscalda il clima e danneggia la natura e il paesaggio. L'eccessiva espansione è inoltre in contrasto con l'obiettivo di trasferimento modale previsto dalla legge, mina gli investimenti nella NTFA e nel trasporto merci su rotaia. Ciò va a scapito della protezione delle Alpi e favorisce il traffico stradale con continui ampliamenti. Votando NO il 24 novembre, apriamo la porta a nuove opportunità. Applichiamo la ricetta che ha avuto successo nelle Alpi a tutta la Svizzera, sfruttiamo meglio l'infrastruttura esistente e portiamo più persone e merci sulla ferrovia. Le Alpi ringrazieranno!

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Ferrovia invece degli ingorghi: ampio sostegno al trasferimento del traffico merci

Molti svizzeri ritengono che le infrastrutture di trasporto siano sovraccariche, soprattutto le autostrade. Quali misure sono adatte e necessarie per superare le strozzature? Un sondaggio rappresentativo dell'istituto di sondaggi Sotomo mostra che la popolazione vede il maggior potenziale per alleviare la congestione stradale in un maggiore spostamento del trasporto merci sulla ferrovia. L'82 % degli intervistati ritiene che questa misura abbia un potenziale molto alto o abbastanza alto per evitare la congestione del trasporto motorizzato privato. Dai membri dei Verdi (92 %) a quelli dell'UDC (77 %), c'è un'ampia coalizione a favore del trasferimento modale. Anche altre misure, come il potenziamento del trasporto pubblico e delle infrastrutture per le biciclette e una maggiore promozione del lavoro da casa, godono di una chiara maggioranza. Altri approcci possono risultare più controversi, ma sono comunque favoriti da una maggioranza. Tra questi vi è anche l'ampliamento a sei corsie dei tratti autostradali più trafficati. Il nostro lavoro di persuasione è quindi ancora indispensabile!
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