Il pedaggio di transito lancia una discussione importante
Pro Alps si impegna per misure efficaci per gestire il debordante traffico turistico e del tempo libero attraverso le Alpi.
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Pro Alps si impegna per misure efficaci per gestire il debordante traffico turistico e del tempo libero attraverso le Alpi. Apprezziamo l’iniziativa parlamentare sul prelievo di transito e la consideriamo un importante spunto di riflessione. Allo stesso tempo, però, solleva questioni fondamentali sulla situazione giuridica e sull’utilizzo dei fondi. Il gettito di un prelievo deve necessariamente andare a beneficio delle regioni toccate.
Ad oggi, il Consiglio federale e il Parlamento non hanno mostrato alcun piano o volontà di proteggere efficacemente la regione alpina dagli effetti negativi del crescente traffico delle persone. Nonostante l’ampio sostegno della popolazione, a maggio il Consiglio nazionale ha respinto di stretta misura diverse iniziative che chiedevano un pedaggio alpino dinamico. Da allora, Pro Alps sta valutando il lancio di un’iniziativa popolare su questo strumento. Ora la proposta presentata da diversi parlamentari nella sessione estiva per l’introduzione di un pedaggio per il transito sta aggiungendo ulteriore slancio al dibattito sul traffico vacanziero attraverso le Alpi.
«A condizione che il prelievo sul transito sia legalmente ammissibile e che porti a una sensibile riduzione del traffico lungo gli assi di transito, vale sicuramente la pena di sostenerlo», afferma Nara Valsangiacomo, Presidente di Pro Alps. «Per noi è fondamentale che lo strumento contribuisca effettivamente all’obiettivo della nostra associazione: proteggere la regione alpina, sensibile dal punto di vista ecologico, dagli effetti negativi del traffico di transito e preservare le Alpi come habitat.»
Non mettere in pericolo gli accordi con l’UE
Al Gottardo, la percentuale di veicoli stranieri nei giorni di punta raggiunge l’80%. Una tassa di transito potrebbe quindi alleviare la situazione lungo gli assi di transito nei giorni di punta, con una migliore gestione del traffico. Pro Alps sostiene pertanto tutti gli approcci e le idee volti a controllare il traffico da diporto che attraversa le Alpi.
Vi sono tuttavia forti dubbi sulla compatibilità dell’introduzione di un pedaggio di transito con gli obblighi assunti dalla Svizzera nell’ambito del diritto internazionale, in particolare con l’Accordo sui trasporti terrestri (ATT) e con l’Accordo sulla libera circolazione delle persone (ALC) con l’UE. «L’Accordo sui trasporti terrestri, in particolare, protegge elementi chiave della politica svizzera dei trasporti, come la tassa sul traffico pesante, il divieto di circolazione notturna e domenicale e il limite di 40 tonnellate per gli autocarri. La Svizzera non deve mettere a repentaglio questi risultati», sottolinea Valsangiacomo.
Impiegare in modo mirato gli introiti
A prescindere dalla questione giuridica, Pro Alps chiede una chiara destinazione: il gettito di qualsiasi pedaggio dovrebbe essere utilizzato specificamente per proteggere la regione alpina, ad esempio convogliando gli introiti nel Fondo per l’infrastruttura ferroviaria (FIF), nel programma di agglomerato delle regioni di transito interessate o in misure specifiche per combattere l’impatto del traffico di transito. L’utilizzo dei proventi per l’ulteriore espansione delle autostrade, come previsto dall’attuale proposta, è contrario alle preoccupazioni della popolazione toccata.
A causa dei dubbi legali e dell’uso problematico dei fondi raccolti, per Pro Alps resta centrale la richiesta di un pedaggio alpino dinamico. Le preoccupazioni della popolazione delle valli di transito possono essere prese meglio in considerazione attraverso biglietti per più viaggi o esenzioni mirate. Allo stesso tempo, la popolazione locale sarà sollevata dalla congestione del traffico turistico e del tempo libero.
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